La nostra autrice Monique Deambroggi si è affermata al concorso letterario internazionale di Montefiore con il suo romanzo Ogni filo che mi lega qui e ha dunque ricevuto la prestigiosa targa Montefiore. A Monique l’applauso sincero di tutto lo staff di 96, rue de-La-Fontaine Edizioni!

 

Due poesie della raccolta poetica Frammenti viola, di Elisabetta Sancino hanno ottenuto riconoscimenti in concorsi nazionali. Silenzio  ha ricevuto una menzione d’onore nell’ambito del concorso “Mario dell’Arco”, edizione 2016, organizzato dall’Accademia Belli di Roma, e English Breakfast  una menzione d’onore nell’ambito del concorso nazionale di poesia “P. Graziani” (VIII° edizione).

Poesie di Elisabetta Sancino e una presentazione del suo libro presente nel nostro catalogo sono visibili su

Ritratti a china rossa. Poesie di Elisabetta Sancino con una illustrazione di Roberto Matarazzo

Elisabetta Sancino ha vinto, con la poesia Mummy, il primo premio al Concorso Nazionale di Poesia “L’Infinito” – II Edizione 2016 a cui partecipavano ben 450 concorrenti. La redazione si stringe intorno a lei, per festeggiare un successo assolutamente meritato.

La nostra autrice Elisabetta Sancino ha ricevuto il notevole riconoscimento di veder pubblicate alcune sue poesie sulla rivista on-line “Versante Ripido”, nota per la selettività delle proprie scelte. Si possono leggere i testi di Elisabetta, cliccando su:

Pomeriggi zen, poesie di Elisabetta Sancino

ma l’intera rivista è assolutamente degna dell’attenzione di chi ami la buona poesia:

 www.versanteripido.it

Sulla poesia di Elisabetta Sancino ha scritto un pregnante ritratto Giovanna Menegus. Di esso, per ragioni di spazio, diamo qui alcuni punti essenziali:

La lingua madre di Elisabetta Sancino

settembre 12, 2017ottobre 6, 2017 ~ giovannamenegus

La poesia di Elisabetta Sancino si propone al lettore in progress – in promettente, energica crescita – come «frasario scomposto della lingua madre», ricerca volta alle «parole interdette» di «cifrati poemi che non ho mai tradotto / nella lingua adamantina del giorno». Lingua madre si intitola una tra le liriche più significative dell’autrice, e potrebbe essere anche il titolo della sua prossima raccolta, destinata a presentare una selezione dei numerosi versi scritti di recente, in una fase che come accennavo pare particolarmente creativa e aperta a ulteriori sviluppi.

L’ambito semantico della sua lingua madre è ampio, e vi si possono individuare almeno tre filoni: la ricostruzione interiore di un codice femminile-esistenziale inquieto e sempre vicino alle voci della natura e della terra; la frequentazione quotidiana, per lavoro e passione, delle lingue straniere: quella inglese soprattutto, con la ricorrente presenza di paesaggi, atmosfere e miti letterari anglosassoni (l’autrice parla in proposito di English mood); la lingua della poesia, con la sua «fame / di verbi all’infinito» e l’impossibile desiderio di «vivere senza coniugazioni / […] / la testa davvero libera / e potente / come Orfeo che canta sulle acque» – così recitano i versi inediti di In libreria (Orfeo).

E «indizi di un percorso ulteriore» è una pregnante parafrasi del titolo Frammenti viola – dove il viola è inteso dall’autrice come sintesi di rosso e blu, ovvero «colore della metamorfosi, del mistero e della spiritualità». Una dichiarazione di poetica e un appello al lettore sono affidati invece ai versi di Adrienne Rich posti come esergo-dedica del volume e tratti da Un atlante del mondo difficile, del 1991: «So che stai leggendo questa poesia […] / riscaldando il latte, con un bambino che ti piange sulla spalla e un libro in mano, / perché la vita è breve e anche tu hai sete. / […] / per poi tornare ancora una volta al compito che non puoi rifiutare / […] perché non è rimasto nient’altro da leggere, / lì dove sei atterrato, nudo come sei».
Giovanna MENEGUS

ELISABETTA SANCINO – FRAMMENTI VIOLA (96 RUE DE- LA- FONTAINE)

” …Sto attraversando questa vita
senza possedere nulla
generando figli, nutrendo uomini…”
Sotto la scorza dura, di chi sempre canta, si nasconde una variopinta farfalla destinata a tornare silenzio, così immagino Elisabetta Sancino, spirito libero che si nutre di pollini e stigmi, pronta a volare, come i semi alati del sorbo, ma anche intenta a indugiare sul gelso, prima di dissolversi, apparentemente, al sole e ritrovarsi già altrove, farsi poesia. Elisabetta è a tutti gli effetti poesia, amalgama parole con una sua tecnica particolare; i suoi Frammenti viola (Edizioni 96, rue de-La- Fontaine) creano impressione quanto l’arancione di Monet, Sancino scrive con la stessa sagacia usata dal pittore nel fondere i colori; si può evincere, leggendola, un amore smisurato per la natura, natura che nei suoi versi non appare come contorno di un paesaggio, ma assume le veci del paesaggio stesso. Ricorda, in questo, il romanticismo inglese di William Wordsworth; non a caso cito questo poeta, molto caro all’autrice: esiste un parallelo ontologico tra i due, una sorta di quantismo, o, meglio, sarebbe più appropriato definire panteismo.
“Il verde è più verde dopo la pioggia
che ha verniciato di fresco gli alberi
cavato l’anima resinosa dei pini
lustrato ogni foglia di menta…/
…Sono una presenza viola e furtiva
mai discreta, ma complice
dell’infaticabile arcolaio che trapunta le bifore
di caprifoglio e di edere…/
Oggi mi alleno ad andare altrove.”
Se siete disposti ad andare altrove, accomodatevi, nudi, nell’anima di Elisabetta Sancino; vi ritroverete dentro uno spazio incorrotto, tra infiorescenze impreviste e sublimi, mutuate da uno sconosciuto universo, consapevoli che è soltanto l’idea della morte, in quanto vita, a mantenerci svegli.
Luca Gamberini (Enciclopedia del far niente)

Elisabetta Sancino, nel novembre 2017, ha ottenuto un prestigioso secondo posto al premio “SCRIVERE DONNA”, a Pescara, destinato alle sillogi inedite scritte da donne. E, nel mese di dicembre 2017, è tra le finaliste, in Campidoglio, del premio letterario dell’ACCADEMIA BELLI. È inoltre stata finalista al premio letterario nazionale “Patrizia Brunetti” 2016.

Impossibile non essere fieri di aver pubblicato Frammenti viola, il suo primo volume edito!

 

SIAMO PRESENTI AL SALONE DEL LIBRO DI TORINO 2017 (PADIGLIONE 2, STAND G 26) CON TUTTA LA NOSTRA PRODUZIONE.

VI ASPETTIAMO!

 

“Tra i più bei nomi di case editrici mai creati!” (Dario Bianco, Ministero della Giustizia)

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“…la scelta del nome dell’indirizzo della casa dove abitava Marcel Proust è una trovata assolutamente geniale!!!” (M. F. scrittore)

Il romanzo Tra le pieghe di un sogno, di Antonio de Vito, edito dalla nostra casa editrice, è il vincitore per la categoria “Narrativa” della I° edizione del Premio Letterario Online “Genesis” 2016.

Il romanzo Ruggine, di Alberto Vailati, edito dalla nostra casa editrice, ha conseguito il terzo premio per la narrativa edita alla quinta edizione (2016) del Concorso Internazionale “Città di Pontremoli”.

Lo staff di 96, rue de-La-Fontaine Edizioni è oltremodo lieto di congratularsi con l’autore. Ad maiora!

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                                                                                                       * . * . *

 

Paola Nascimben, che ha pubblicato per i nostri tipi il romanzo-saggio Pro certamine, ha vinto il primo premio della XX° edizione del concorso letterario “Emily Dickinson” 2016. Vivissimi complimenti da parte della nostra redazione e un buon auspicio per la sua ultima fatica letteraria, presto nel nostro catalogo!

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Jessica Nenna, autrice di Occhi di lupo, ha in seguito  partecipato al Concorso Nazionale di poesie e filastrocche “Una poesia dal cassetto” ed è stata segnalata per  una Menzione Speciale per la poesia Il lupo interiore, contenuta nel libretto da noi pubblicato. Premiazione presso il Circolo dei Lettori, a Torino, il giorno 29 ottobre 2016.

Recensione al volume di poesie di Luca Gamberini, Enciclopedia del far niente

“Enciclopedia del far niente” è l’ultima raccolta poetica di Luca Gamberini, pubblicata per i tipi 96, rue de-La-Fontaine Edizioni.
La poesia di Luca Gamberini ha radici nel quotidiano, nel suo personalissimo vissuto, e solo di rado le poesie si sganciano dagli spazi vitali del poeta per rovistare in anfratti metafisici o shakespeariani e men che meno in dimensioni omeriche.

Il linguaggio poetico di Luca Gamberini è fintamente semplice: allegorie che rincorrono altre allegorie, ogni volta più spericolate, ma Gamberini, quasi per magia, riesce a tenerle legate assieme conferendogli buone giustificazioni (quasi) sempre lontane da forme di contraddizione. Gamberini, pur non imitando Eugenio Montale, applica una cifra poetica montaliana, coniugata in un sentire molto solipsista che, non di rado, sposa il pessimismo irrazionalista di Arthur Schopenhauer. Il “mal di vivere” che Gamberini porta in poesia è quello che altri poeti hanno già portato sulla pagina: Cesare Pavese, Eugenio Montale, Umberto Saba, Alda Merini, Alfonso Gatto.

Come per Montale, anche per Gamberini la realtà è segnata da una frattura mai sanabile fra l’individuo e il mondo; inoltre, nel suo poetare, Gamberini introduce, più e più volte, quella rassegnazione che è nel “mestiere di vivere” di Cesare Pavese. E l’intórno, che fa di Gamberini un libero-prigioniero, rifletti gli stati d’animo dell’uomo e del poeta, ovviamente; e non potrebbe essere davvero diversamente. L’urgenza di Luca è quella di dire, anche quando dice in prosa che è poi, a ben vedere, prosa poetica versata in un esistenzialismo minimale, vale a dire in quei soffocamenti di tutti i giorni che producono dolore e sofferenza, e solo, ogni morto di papa, una minima effimera gioia.
Non si pensi però che Gamberini tenti di imitare Pavese o Montale, perché così non è, è invece vero che il poeta Luca è stato influenzato da questi e altri poeti, e il risultato finale lo possiamo leggere nei versi che sono nella sua “Enciclopedia del far niente”, silloge assai originale per contenuti, stile, qualità.

Giuseppe Iannozzi (giornalista, scrittore, critico letterario)

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Senza voler fare paragoni assurdi, ci piace citare, qui, due passi di un articolo de “La Repubblica” (Francesco Merlo, 24 novembre 2015), dedicato alla frattura tra alcuni importanti autori e la Mondadori, dopo l’acquisizione di Rizzoli Libri da parte di Segrate. Li si cita perché, a distanza di alcuni mesi dalla stesura dei testi contenuti in questo modesto sito, essi sembrano ribadire gli stessi concetti, e, provenendo da “firme” autorevoli, rappresentano motivo di soddisfazione per i fondatori di 96, rue de-La-Fontaine Edizioni:

Dice Edoardo Nesi: “L’editore è una persona, non un’azienda. È un amico che ti segue e ti coccola, non un amministratore che firma contratti e stacca assegni. È il pastore delle tue opere”.

“I libri dei grandi autori raramente sono usciti da imprese gigantesche e i movimenti letterari più importanti della storia sono stati sostenuti e sviluppati da piccole realtà editoriali…” (Elisabetta Sgarbi)

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LE PRESENTAZIONI PASSATE, PRESENTI E FUTURE…

  • 13.2.2016     Brusasco  Palazzo Ellena > Gea Ceccarelli, Il sacrificio di Cerere
  • 27.2.2016     Rivoli   Libreria Panassi  > Clara Busto, Dimmi che ci sei
  • 19.3.2016     Giaveno   Libreria To Liber  > Clara Busto, Dimmi che ci sei
  • 5.04.2016    Torino   Biblioteca ITIS “C. Grassi”  > Girolamo Guerrisi, Lete e Mnemosine
  • 12.04.2016   Porto Empedocle   Sporting Club Bellavista  >  Antonio Gallucci, Iceberg
  • 15.04.2016   Trana  Biblioteca Comunale  > Clara Busto, Dimmi che ci sei
  • 1.05.2016      Cigliano (Vercelli)  > Fiera “La carta racconta” (96, rue de-La-Fontaine Edizioni presente con tutti i suoi libri editi) > rinviata per pioggia
  • 31.05.2016    Torino  Sala delle Colonne Cascina Marchesa  > Gea Ceccarelli, Il sacrificio di Cerere
  • 5.o6.2016   Ostia  XVII Festa del Libro e della Lettura  > Rossella Cirigliano, L’undicesima Porta
  • 29.06.2016   Napoli  Caffè Letterario Il Tempo del Vino e delle Rose  Slow Food Campania  >  Antonio De Vito, Tra le pieghe di un sogno
  • 16.07.2016    Loreto Aprutino  Sala polivalente “Otello Farias”, ore 18  > Adamas Fiucci, Il binario silente
  • 16.8.2016    Sauze d’Oulx  Libreria Panassi Centro Commerciale “Le Baite”, ore 18  > Clara Busto, Dimmi che ci sei
  • 1.10.2016    San Giovanni Rotondo (Foggia)  Associazione Provo cult, ore 18  > Adamas Fiucci, Il binario silente
  • 6.10.2016    Palermo  Biblioteca Comunale Verde Terrasi, ore 16,30  >  Giuseppe Sunseri, Intimissime
  • 8-9.10.2016   Torino   Portici di Carta  >  La nostra casa editrice, purtroppo, non può partecipare; è ancora troppo giovane: non ha ancora compiuto i due anni prescritti. Appuntamento al prossimo ottobre?
  • 8.10.2016    Giaveno (TO)  Fiera del Libro, ore 21  >  Clara Busto, Dimmi che ci sei
  • 13.10.2016   Giaveno (TO)  Fiera del Libro, ore 18  >  Moreno Tubia, Personaggi condannati da un autore
  • 23.10.2016   Guastalla (RE)  Palazzo Frattini, Biblioteca Comunale  >  Giorgio Zecchi, Tempo… imperfetto
  • 28.10.2016  Brusasco (TO)  Palazzo Ellena, ore 21  >  Gea Ceccarelli, L’ira di Atlante
  • 5.11.2016      Eboli (SA)  Caffè delle Rose, ore 18  >  Clemy Scognamiglio, Qui e mai più lontano (da qui)
  • 17.11.2016    Bra (CN)  Centro Incontro Comunale Pollenzo Spazio Eventi, ore 21  >  Salvatore Gargiulo, Le gemelle
  • 18.11.2016   Castelvenere (BN)  Enoteca Comunale, ore 19  >  Clemy Scognamiglio, Qui e mai più lontano (da qui)
  • 19.11.2016   Ello (LC)  Centro Socio-Culturale “Monte di Brianza”, ore 21  >  Donatella Appoloni, Respiro da sola
  • 25.11.2016   Ercolano (NA)  Scuderie di Villa Favorita, ore 18,15  >  Clemy Scognamiglio, Qui e mai più lontano (da qui)
  • 11.12.2016    Inzago (MI)  Auditorium del Centro De André,  Via Piola 10, ore 18  >  Elisabetta Sancino, Frammenti viola
  • 15.12.2016   Milano  Libreria Popolare, ore 18  >  Donatella Appoloni, Respiro da sola
  • 17.1.2017      Torino  Biblioteca Civica “Natalia Ginzburg”, ore 18  >  Gea Ceccarelli, L’ira di Atlante
  • 3.3.2017       Ancona  Museo della Città, ore 17  > Paola Nascimben, Pro certamine
  • 4.3.2017       Vittorio Veneto, Museo di Arte Antica e Moderna, ore 18  >  Paola Nascimben, Pro certamine
  • 12.3.2017      Inzago, Auditorium Centro De Andrè, ore 16  >  Elisabetta Sancino e Giovanna Menegus, Donne che si raccontano attraverso la Poesia e la Musica (cfr. pagina Facebook  96, rue de-La-Fontaine Edizioni)
  • 17.3.2017      Treviso  Libreria IBS  Corso del Popolo, 40, ore 17,30  >  Paola Nascimben, Pro certamine
  • 25.3.2017      Trapani  Ente Nazionale Sordi, 17,30  >  Eliana Zambito Marsala, Colorami l’anima
  • 31.3.2017      Alatri  Biblioteca Comunale, ore 16,30  L’urlo barbarico Antologia poetica  >  Charles Folie e Joe More
  • 12.4.2017      Torino  Palazzo Cisterna Sala Consiglieri Via Maria Vittoria, 12, ore 18  >  Donato Ladik, Filastrocche balocche
  • 21.4.2017      Vercelli  Biblioteca civica, nuova sede nell’ex Ospedale di Vercelli in via Galileo Ferraris, 95, ore 18  >   Gea Ceccarelli, L’ira di Atlante
  • 21.4.2017      Cernusco Lombardone  Biblioteca Civica  Piazza della Vittoria, ore 21  >  Donatella Appoloni, Respiro da sola
  • 21.4.2017      Carità di Villorba  Cappella della barchessa di Villa Giovannina, ore 20,45  >  Paola Nascimben, Pro certamine
  • 4.5.2017        Pozzuolo Martesana   Sala Consigliare, ore 21  >   Elisabetta Sancino e Silvia Castellani, Frammenti viola edizione illustrata
  • 30.5.2017      Siena  Libreria Mondadori Via Montanini, 112, ore 18  >  Morena Zuccalà, Protocollo di simulazione
  • 9 giugno        Bolsena (VT) Libr’Osteria Le Sorgenti, corso Cavour, 75, 19.30 – 21.30 >  Alice Sforza, La poesia è grunge
  • 10.6.2017      Cremona  Libreria Feltrinelli corso Mazzini, 20, ore 18   >  Diego Pederneschi, Bagatelle  Chiara Madoglio lettrice, Marco Rozzi flauto
  • 10.6.2017      Ittiri (SS)  Chiostro di San Francesco, ore 18,30  >  Maurizio Galante, Il Frate, Luana Scanu relatrice, Melissa Cossu violino
  • 18.6.2017      Reggio Emilia  Biblioteca Panizzi via Farini, 3, ore 11  >  Giorgio Zecchi, Tempo… imperfetto
  • 23.6.2017      Nicosia (EN) ex Palazzo di Giustizia, ore 19,00  >  Andrea Giardina, Esisto un poco
  • 13.7.2017       Trieste, Caffè San Marco, ore 18,30  >  Antonella Trapani, Prima di tutto tu; il dialogo verrà moderato dalla giornalista Micol Brusaferro.
  • 15.7.2017       Aggius. L’associazione di Trekking “Tutt’a pedi” organizza la presentazione del libro Il Frate di Maurizio Galante. La presentazione si terrà sul Monte Fraili, Aggius. Ore 18.15 appuntamento presso il parco Capitza, Aggius; ore 18.30: salita sul monte: è per tutti, bambini compresi. Si richiede abbigliamento comodo, scarpe da trekking e lampadina “da testa”; ore 19.30: Luana Scanu presenta il libro; ore 20.30: aperitivo finale; ore 21.30: discesa in notturna da Monte Fraili.
  • 3.8.2017         Sappada (BL), sede dell’Associazione 676. Ore 18.30  >   Paola Nascimben, Pro certamine
  • 4.8.2017         Castiglione della Pescaia (GR), Piazza Solti, ore 21.00   >   Morena Zuccalà, Protocollo di simulazione
  • 14.8.2017       Tellaro (SP), Piazzetto ex oratorio in Selàa, ore 21,30  >  Gian-Andrea Rolla, Un’estate americana Presenta Filippo Bernardeschi che intervisterà l’autore
  • 26.8.2017       Castello di Laviano (Salerno), ore 18,30  >   Clemy Scognamiglio, Qui e mai più lontano (da qui)
  • 20.10.2017     Lurate Caccivio Biblioteca Comunale, h. 20,30 > Spettacolo musicale tratto dal libro Protocollo di simulazione di Morena Zuccalà
  • 25.10.2017     Castello Chiaramonte (Favara), ore 10:30  >  Eliana Zambito Marsala, Colorami l’anima
  • 28.10.2017     Sant’Agata li Battiati, Biblioteca G. Verga, ore 19  >  Antonio Privitera, Sette indimenticabili momenti   Patrocinio del Comune e intervento del Sindaco
  • 29.12.2017      Locale “Platanus” di Rossano (Cosenza) nell’ambito dell’annuale manifestazione “BBC and friends” >  Mario Esposito Guido, Il destino di un papa
  • 17.1.2018       Boretto (RE) Biblioteca Comunale, ore 21 > Tommaso Landini, Via Togliatti 7
  • 18.1.2018       Torino, libreria AUT, via Barbaroux, 8  ore 18,30 > Daniele Vaira, Per dimenticarti vivo con un maiale
  • 2.2.2018        Bologna, La confraternita dell’uva Libreria – Cafè – Wine Bar Via Cartoleria, 20b > Nazario Tenace, Mura di frontiera
  • 3.2.2o18         Sorbolo (PR) presentazione di >  Tommaso Landini, Via Togliatti 7
  • 17.2.2018       Bologna, Centro San Domenico, ore 11,30 > Eliana Zambito Marsala, Colorami l’anima

 

Giorgio Zecchi, autore di Tempo… imperfetto, ha presentato il suo libro sabato 22 ottobre alle ore 11 c/o la sede della biblioteca comunale di Guastalla (nel prestigioso palazzo Frattini) e, per l’occasione, ha coinvolto la libreria del Corso.

Ecco l’immagine dell’autore, al centro, durante la presentazione.

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  • «Più che gli ebook e il self-publishing, che sono soprattutto oggetto di tediosissime tavole rotonde, il mio cruccio è che certi libri tendono a sparire dalle librerie, se non hanno vendite costanti, semplicemente perché il libraio non ha lo spazio per esporli. Così un ragazzo di 18 anni ha molte probabilità di non avere mai visto una copia di certi libri magnifici che hanno il difetto di essere usciti venti anni prima. E magari sono i libri di cui più avrebbe bisogno».

(Roberto Calasso)

Da quando lei ha iniziato a fare questo mestiere sono arrivati gli ebook, poi le fusioni dei grandi editori. Come si resiste?

«Sembrano e sono grandi rivoluzioni, ma la verità è che io lavoro esattamente come prima e, mi creda, anche il mercato si muove come prima. Su gli ebook poi c’è stato un grande investimento senza ritorno e non si è mosso granché. Le modalità cambiano, sta a noi mantenere l’identità».

(Intervista di Giulia Zonca ad Antonio Sellerio in “La Stampa”, 3 luglio 2016.)

 

Recensione ad Antonio De Vito, Tra le pieghe di un sogno  in http://ilcorsivocorsaro.it/le-pieghe-un-sogno-vito/

Recensione ad Adamas Fiucci, Il binario silente  in http://ilcorsivocorsaro.it/binario-silente-libro-fiucci-scarnifica-lipocrisia-nome-della-verita/

Recensione a Rossella Cirigliano, L’Undicesima Porta  in http://ilcorsivocorsaro.it/3470-2/

 

Recensione ad Adamas Fiucci, Il binario silente  in SEGNALAZIONE – Pubblicazioni Case Editrici | Agosto http://peccati-di-penna.blogspot.it/2016/09/pubblicazioniCE-agosto.html

Il Vice Presidente venne dopo sette secondi (racconti): il nuovo libro di Charles Folie & Iuri Lombardi

Il Vice Presidente venne dopo sette secondi è la nuova raccolta di racconti, scritta a due mani, da Charles Folie & Iuri Lombardi.

Edita dalla 96, rue de-La-Fontaine Edizioni, casa editrice torinese diretta da Sergio Calzone, la raccolta di racconti di Folie e Lombardi si presenta come un’analisi psicologica e narrativa, i due elementi non sono mai scissi, in un constante tentativo di negazione dell’io:

“Una sequenza di paradossi sull’esistenza di personaggi scapestrati, come il visionario Iuri dei Miracoli, un Vice Presidente dal potere d’acquisto nullo, una Roma senza più identità, un maestro d’asilo che insegna i poeti francesi ai propri alunni sul filo sottile della follia. Due sguardi impietosi, con strumenti diversi ma entrambi capaci di restituire, con prose assai sorvegliate e di alta qualità, quella “commedia umana” che è sempre a rischio di diventare tragedia”. 

Come si evince dalla quarta di copertina, i personaggi di Folie e Lombardi assistono inermi al fallimento della loro stessa individualizzazione, in un quadro che copre ogni scalino del palcoscenico sociale, dagli scrittori scapestrati all’aristocrazia della Roma Bene, al mondo accademico, fino a comprendere i vicari del Vaticano, in un mosaico che potremmo definire esistenzialista.

 

TORINO: “FILASTROCCHE BALOCCHE” il 12 aprile a Palazzo Cisterna

La Stampa, 14 marzo 2017

Un felice ritorno letterario, quello di Donato Ladik. Il celebre poeta mantellato dell’Associazione Poesia Attiva presenterà la sua ultima fatica letteraria, Filastrocche balocche… (96-rue-de-la-fontaine edizioni), il prossimo mercoledì 12 aprile, alle ore 18, presso la Sala “Consiglieri” al primo piano di Palazzo Cisterna, via Maria Vittorio 12.

La presentazione è patrocinata dalla Regione Piemonte e dalla Città Metropolitana di Torino.

Tutto il mondo è foggiano

Nazario Tenace, l’ingegnere chimico garganico di ‘Mura di Frontiera’

Mura di Frontiera è il romanzo scritto da Nazario Tenace, ingegnere chimico di San Marco in Lamis ma residente a Bologna, edito da 96, rue-de-La-Fontaine

Nazario Tenace

L’angolo natalizio di ‘Tutto il mondo è foggiano’ lo riserviamo a Nazario Tenace, ingegnere chimico con la passione per la scrittura, residente a Bologna ma nato a San Marco in Lamis, città dei due conventi e del poeta dei due mondi, Joseph Tusiani.

Mura di Frontiera, il romanzo di Nazario Tenace

Mura di Frontiera: si chiama così il primo romanzo con cui il 38enne garganico affronta il tema dell’emigrazione senza però esasperarlo, anzi, narrandolo con discrezione e circoscrivendolo a un periodo e a un luogo ben precisi: siamo in Germania agli inizi degli anni Ottanta. Mura di Frontiera è la storia o le storie di un gruppo di emigranti originari di Borgo Santo, piccolo paese dell’Italia Meridionale. Di Bertone (annoiato padre di famiglia), Giachino (sedicente difensore delle proprie origini), Franchino (incallito giocatore di poker) e Ninno (giovane senza esperienza in cerca di una ragazza). È un racconto di amori, preoccupazioni, speranze e forse rimpianti, che riempiono le giornate di Kunta Platz, quartiere di periferia dove alloggiano i lavoratori italiani e stranieri delle fabbriche, ovvero dove “un largo reticolo di vie, tracciato con precisione geometrica, collegava i numerosi e imponenti palazzi”. Mura di Frontiera è l’incapacità di relazionarsi e di integrarsi dei personaggi, è la solitudine e, al tempo stesso, la forza di restare uniti, è il senso di appartenenza e il sentimento della lontananza, è il vincolo, forte, dei protagonisti alla terra madre.

Nazario Tenace, l’ingegnere chimico appassionato di Letteratura

Attualità e universalità, questi i due motivi che hanno spinto Nazario Tenace – ingegnere nel campo delle energie da fonti rinnovabili di in una multi-utility che opera in Emilia-Romagna – a trattare il tema dell’emigrazione. Ma come e dove è nata l’idea del romanzo? “Prima di tutto da immagini, l’emigrante dell’Italia Meridionale che negli anni 80’ ritornava dalla Germania per le vacanze di Natale, la sua auto di grossa cilindrata presa in affitto, i chiassosi raduni familiari, i bar con gente vestita a festa intenta a raccontare. Dopo le immagini ci sono le riflessioni sulla vita di queste persone e di quelle a loro vicine. Pensavo al modello di famiglia con marito e moglie insieme solo per pochi giorni all’anno e con i figli senza padre; a chi una famiglia non aveva fatto in tempo a costruirsela ed era partito senza affetti, seppur lontani, a cui aggrapparsi; alla vita all’estero così lontana e, allo stesso tempo, vincolata alle origini”.

L’ingegnere chimico di San Marco in Lamis trapiantato a Bologna, è appassionato di libri e fumetti, suona la chitarra e ascolta musica. Il suo ‘Mura di Frontiera’ – piacevole e da leggere tutto d’un fiato – altro non è che l’inizio di un percorso di cui l’autore si serve per liberare la fantasia, per “divertimento e necessità”; e “la scrittura è senz’altro un buon metodo” ci confida.

Un romanzo e una raccolta di racconti sono i due progetti post ‘Mura di Frontiera’: il primo “è sull’avventura di un ricercatore e di un imprenditore che tentano di creare un business legato ai metalli preziosi. Tra i temi trattati ci sono la realizzazione dell’individuo, il denaro, la brama di potere; mentre i racconti “sono invece di varia natura: conversazioni, ritratti di personaggi, descrizioni di situazioni paradossali e sorprendenti, ma anche ordinarie e apparentemente banali”.

A proposito di emigrazione e di legami con la propria terra, a una nostra domanda, l’autore ci dice cosa si prova a tornare a casa e come ci si sente quando si è lontani “Al ritorno nella mia terra provo in primis una sensazione di stravolgimento temporale. A volte sembra persino che non sia mai partito e che il presente si colleghi direttamente agli anni in cui ci vivevo stabilmente. Quando sono lontano non ho un senso di nostalgia, però non dimentico le mie origini e i valori con i quali sono cresciuto”. E quando gli chiediamo se in ‘Mura di Frontiera’ ha rivisto anche un po’ del suo percorso universitario-lavorativo, Tenace conferma (“in parte”) e aggiunge: “Anche se nel libro non si parla di studenti, di università o di lavori direttamente collegabili con quello che svolgo attualmente, l’esperienza da fuorisede ha influito sulla stesura del racconto”.

Non potevamo non chiedergli quindi la differenza tra il Nord che lo ha adottato e il Sud in cui è nato e vissuto prima di intraprendere gli studi universitari: “Credo che la principale differenza sia nella storia. Per quanto si rischi di risultare noiosi o accademici, non si può prescindere dal constatare che avvenimenti politici, operazioni militari e interessi economici abbiano determinato l’attuale stato delle cose. Io non credo ad esempio alla definizione secondo la quale il Sud risulterebbe meno laborioso del Nord. Ai giorni d’oggi, al Sud si opera in un contesto più difficile rispetto al Nord ed un gap in termini di sviluppo economico-sociale indubbiamente esiste. L’emigrazione ne è la prova”.

O cosa, Foggia e il Gargano non hanno rispetto, ad esempio, a Bologna o viceversa. “Credo che il Gargano, come altri territori del Mezzogiorno, abbia la tempra di chi è abituato ad ingegnarsi in condizioni non facili. Mi sembra che questo crei un forte senso di appartenenza nei suoi cittadini. Una cosa che invece il Gargano non ha è un confronto permanente con altre realtà. Bologna è una città multietnica, un ambiente adatto per cogliere stimoli da culture diverse. Ha dunque la grande opportunità del confronto. D’altra parte, il senso di appartenenza forse è meno forte”.

Mura di Frontiera evidenzia debolezze culturali e caratteriali dei personaggi, all’interno però di un contesto e di un periodo particolarmente difficili. È la partenza ma anche il ritorno, il cambiamento, è l’immagine di una sigaretta che lentamente si spegne nel ricordo vago e impreciso di quegli anni trascorsi in Germania. “Eravamo lì per lavorare”

 E’ il blog che racconta i successi, le fortune e i sacrifici di chi non ha resistito alla tentazione di esplorare mondi nuovi o di chi semplicemente si è visto costretto ad abbandonare la propria terra per cercar fortuna altrove. In ogni angolo dell’universo c’è un foggiano che si distingue per bravura e professionalità, che ci rende orgogliosi, che esporta le proprie radici, dalle quali però ancora oggi, nonostante tutto, fa fatica a staccarsi. Tutto il mondo è foggiano vuole riportare una parte del nostro territorio che non c’è più, attraverso le storie e le emozioni di uomini e donne made in Foggia e provincia
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ENCICLOPEDIA DEL FAR NIENTEIntervista a Luca Gamberini96 rue de-La-Fontaine Edizionia cura di Giuseppe Iannozzi

Pubblicato il 5 febbraio 2018 nel blog Il Male Peggiore

 

  1. Luca Gamberini, che cosa ne pensi del titolo di “poeta”?

Poeta… Lo ritengo un titolo impegnativo, dallo svolgimento spesso incerto e contraddittorio. Personalmente la mia idea di poeta è una non idea, piuttosto è un gesto colto, un’espressione priva di mira alcuna, un sentire ciò che nessuno vede, uno stile di vita che va al di là della scrittura. “Mi chiamano poeta gli amici del bar”, comincia così un mio scritto dall’eloquente titolo: “È tutto qui”. Negli ultimi anni il titolo di poeta ha raggiunto un livello di svalutazione notevole, tanto che si è venuta a creare una grande confusione generale. Penso ormai che sia un titolo appartenente più al mondo dei vernissage che al mondo da dove in realtà proviene.

  1. Enciclopedia del far niente arriva dopo Mi sgridi i piedi. Sono due libri molto diversi e per contenuti e per stile. Quale necessità interiore ti ha spinto a dare alle stampe questa tua nuova silloge poetica?

Mi sgridi i piedi ha avuto una gestazione tormentata, è un libro privo di equilibrio, dove l’estasi e la disperazione si accarezzano in continuazione, è una silloge istintiva, a tratti scanzonata, oserei dire liberatoria, se mi concedi il termine, dal momento che scrivere è la mia medicina, l’unica in grado di curare il mio tormento. Enciclopedia del far niente segna una svolta nel mio modo di vedere le cose, diciamo che, se Mi sgridi i piedi narra di un dolore per certi versi immaturo, Enciclopedia del far niente mostra una consapevole gestione della sofferenza, alcuni versi sono dettati da intere notti trascorse ad osservare il buio. Il contenuto, dei due, lo ritengo più o meno simile, cambia l’approccio, c’è molto più equilibrio nel fare niente, ma non meno fatica, anzi. In quanto allo stile hai ragione, il mio modo di scrivere è cambiato, ma non ti so dire se si tratta di un’evoluzione o di una involuzione, questo lo diranno i lettori, per me è già un’impresa riuscire a rispondere a queste domande, mi risulta più facile scrivere un libro.

 

  1. In molte tue poesie, Luca, sempre ricorrente è la figura del bambino. Siamo di fronte a una sorta di condivisione della teoria del fanciullino?

Se come figura del fanciullino intendi quella di Pascoli direi che sì, hai fatto centro, ritengo fondamentale il bambino che vive dentro di noi, lo considero l’unico in grado di poterci salvare. In Enciclopedia del far niente ci sta proprio uno scritto intitolato Bambino, una sorta di auto confessione, derivata dalla mia ‘incapacità’ di riuscire a mantenere rapporti stabili per lunghi periodi, ciò è dovuto alle contaminazioni del mondo esterno che spesso prendono il sopravvento sull’individuo fino a plagiarlo. A un bambino questo non succede, specialmente se si tratta di un bambino adulto.

 

  1. Talvolta le tue poesie covano il seme di un pessimismo irrazionalista, altre volte sono disperatamente dolci. Sbaglio?

Non lo so, sono spesso portato a descrivere la meraviglia dei miei fallimenti, ma non so cosa rispondere a una domanda così diretta, anche in questo istante non so se sono felice o se sono triste, non so neppure da quale momento della mia vita ti stia rispondendo. Pessimismo e disperazione se non sono accompagnati dalla dolcezza non sono, per me, sinceri, questa è l’unica riflessione che mi sovviene.

  1. Per essere uno che ama non far niente o quasi, direi che ti dai un gran daffare, o no?

Sono un indolente al quadrato, scrivere è tutta la mia vita, l’unica cosa che mi riesce fare con entusiasmo anche nella disperazione più nera. In meno di due anni ho pubblicato due raccolte di versi, questo perché l’ultima pubblicazione non era attesa, ho semplicemente trovato un editore che ha creduto nelle mie capacità descrittive, più che un editore, altro ‘titolo’ del quale si fa un uso sempre più improprio, una grande persona, dotata di una luce speciale. Attualmente sono impegnato con la scrittura di uno spettacolo teatrale che fungerà da presentazione a Enciclopedia del far niente, una breve opera in un atto, mi sto divertendo molto a scriverla, oltre ad alcune poesie contenute nel libro vi sono molti dialoghi inediti scritti appositamente, nel mentre sto assemblando una nuova raccolta di versi, includono il lavoro di questo ultimo anno, dal titolo “Lo sguardo deluso degli specchi”. Il mio editore dice sta venendo fuori qualcosa di bello. Mi sento obbligato a crederci.

 

  1. In Enciclopedia del far niente, silloge che è idealmente strutturata in tre tempi, il tuo linguaggio è molto spericolato, non sempre immediato. Come mai questa scelta stilistica, quasi d’avanguardia?

L’idea dei tre tempi è nata durante l’assemblaggio della silloge, non mi ero mai cimentato in un lavoro così lungo per cui mi sono trovato un po’ in difficoltà nel dare un senso all’insieme e nemmeno so se davvero sia poi stato capace a darlo. Il mio linguaggio è diretto, specie quando pare non esserlo, la mia intenzione è quella di cercare di trasmettere immagini attraverso la parola, a me risulta più complicato dirlo che farlo, in quanto a spericolato non so, ho curato molto la parte tecnica, se così vogliamo chiamarla, cosa che mai avevo fatto nelle mie precedenti pubblicazioni, Enciclopedia del far niente penso sia la mia prima opera finita, nel senso che in tutte le opere precedenti mi rimaneva dentro un senso di volutamente incompiuto, quest’ultima ha una fine.

  1. A chi è destinato Enciclopedia del far niente? E: continuerai a scrivere dopo questa tua fatica non da poco?

Enciclopedia del far niente è destinato a chi saprà nutrirsi, nutrendomi e non a chi tenterà di recidermi, cogliendosi.

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